“Terra da abitare”, ma anche da custodire, salvaguardare, ricominciare ad amare.

Una terra, quella sarda, ricca di bellezza ma anche di contrasti con quanto la segna per decadenza, trascuratezza, ahimè spesso anche degrado. La mano dell’uomo che ha terra da abitareabbandonato  abbruttendo, laddove prima ha influito, costruito, a volte sull’idea di meritevoli progetti a volte di imprese già fallimentari in partenza. Dimenticando un dovere principe nella società civile: restituire al paesaggio la sua integrità, “custodire la bellezza”.

Dieci fotografi per cento stampe, in dieci luoghi simbolo dell’Isola, uno per diocesi. La mostra fotografica, promossa dal Coordinamento regionale per il progetto culturale della Conferenza Episcopale terra da abitare blog sinistableSarda, in collaborazione con la CEI, è curata da Salvatore Ligios. Allestita presso i moderni spazi del Museo Diocesano Arborense per la direzione dell’Architetto Silvia Oppo, rimarrà sino al 12 Aprile 2020.

Simona Sanna ha fotografato nell’Area del Lago Omodeo, realizzando il progetto “Una voce nel Silenzio”. A lei ho chiesto di illustrare la mostra e il suo lavoro.terra da abitare

<<Mi sono sentita onorata dell’incarico. La gioia è stata ancora più grande quando mi è stata assegnata l’area del Lago Omodeo (Barigadu e Guilcer). Ho origini ghilarzesi e conosco bene San Serafino a cui sono molto affezionata e dove abbiamo un Muristene di famiglia. Ho esplorato questa vasta area naturalistica in gran parte incontaminata. Un paesaggio silenzioso, da contemplare e comprendere.

In questo silenzio la voce più forte è stata quella di un  “gigante di pietra”

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disteso nell’erba nella Necropoli di Prunittu, a Sorradile. Un grido di aiuto e monito che ho colto  nella sagoma di una imponente Domus del Janas crollata e fermato in questo scatto che ha ispirato il titolo del mio lavoro: Una voce nel silenzio”.

“Terra da abitare, bellezza da custodire” è un’occasione per conoscere la Sardegna anche nel suo lato doloroso. Quello  che più ci deve far pensare e reagire a quella che sembra una vera e propria resa e inerte sottomissione all’incuria.  Una terra bellissima e meno amata e rispettata di quanto meriti. Una contraddizione fortissima che ho visto per esempio nella schiuma galleggiante e nella casa fantasma sulle rive del lago Omodoeo, nella vecchia diga di Santa Chiara e nei muri scrostati e pericolanti del villaggio Enel abbandonato a Ula Tirso.

Di contro la bellezza del paesaggio che si ammira dai tanti terra da abitare blog sinistablepunti panoramici sul perimetro del lago, di alcuni paesi ottimamente curati e dei tantissimi novenari, piccoli gioielli simbolo della volontà di custodire e preservare la sacralità di una terra antica>>.

Scorci inediti, fotografia-denuncia accanto a rappresentazioni delle bellezze della Sardegna inusuali e lontane da quelle solite della carta patinata. Un’interessante spunto critico che il  visitatore potrà apprezzare negli scatti dei fotografi che hanno partecipato alla mostra collettiva.

Hanno fotografato per “Terra da abitare, bellezza da custodire”. Roberta Masala “Per cambiare passo”, Stefano Pia “Al Monte Arci”, Anna Piroddi “Una scala per volare”, Simona Sanna ” Una voce nel Silenzio”, Gigi Murru “Il paesaggio Cambia”, Marianna Ogana ” Un gioco di ruoli”, Mario Arca “Terra Antiga”, Tiziano Canu ” Per solo amore”, Tiziano Demuro “Non ero solo, morivo di abbandono”, Pieluigi Dessì “Il cielo sopra Cagliari”.

La mostra sarà visitabile fino al 12 Aprile 2020, il giovedì e venerdì dalle17,00 alle 20,00, il sabato e la domenica dale 10,00 alle 13,00 e dalle 17,00 alle 20,00.

E’ disponibile il catalogo della Mostra, Soter Editrice. 

Le fotografie “La casa fantasma sul lago Omodeo”, “Necropoli di Prunittu a Sorradile”, “Santuario di Costantino Sedilo”, gentilmente concesse da Simona Sanna, sono protette da copyright.

Testo e foto dell’inaugurazione della mostra: Daniela Meloni per il blog di Sinis Table – www.sinistable.com

Oristano 16.02.2020