La solitudine. Misure restrittive del Corona Virus e regate in solitario. Paragoni e spunti di riflessione.

Ricordando i suoi racconti di sacrifici e soddisfazioni, paure, solitudine, emozioni, forza e capacità di organizzarsi sui 17 giorni passati da solo nell’Oceano, ho voluto chiedere a Luca Rosetti, skipper e solo-sailing professionista,  di parlare di questo tema di grande attualità per via delle misure restrittive dettate dall’emergenza “Corona-virus”.

Luca Rosetti mi risponde al telefono con la stessa affabilità e disponibilità con cui l’ho conosciuto a Martinica, dopo l’arrivo della sua Mini-Transat (la regata in solitario su barche di 6,5 mt che, dopo un’altra tappa La Rochelle – Las Palmas,  riparte da Gran Canaria  e arriva a Le Marin, nell’isola caraibica, con 2.700 miglia di oceano ) che l’ha visto decimo in classifica generale prototipi.Luca Rosetti skipper

Non è cambiato niente in questo “ragazzo perso per la vela”, nonostante ne frattempo abbia raccolto altri successi ed addirittura sia nella rosa dei primi trenta in lizza  per la nomina a velista dell’anno.

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“La regata in solitario, come la forzata quarantena di questi giorni per l’emergenza COVID-19, ci impone di stare da soli.Luca Rosetti

E per quanto possa durare, come una traversata dell’oceano, non sarà per sempre.

Nel caso della barca io ho scelto deliberatamente la traversata in solitario. E’ una sfida con gli avversari ma in primo luogo con sé stessi. Nel caso della quarantena, soprattutto per chi vive da solo e non la desidera, la solitudine è imposta.

Come condizione fisica, assenza di altre persone, la solitudine è la stessa situazione. Ecco perchè penso che non venga per nuocere ma sia piuttosto un momento in cui misurarsi e imparare a gestire tanti aspetti della propria personalità di cui “stando in gruppo” non si riesce a badare.

Nel piccolo abitacolo della barca sei solo, con milioni di metri cubi di acqua che ti scorrono sotto, separato da pochi centimetri di vetroresina. Spesso in questa condizione, anche durante gli allenamenti, sono stato assalito da mille pensieri e interrogativi , sulle mie scelte, il dubbio di buttare anni della mia vita dietro un’impresa impossibile…

Per la tappa oceanica per esempio sono partito con la voglia di strafare e ho tenuto tanta tela. Ho rotto una serie di cose subito, la prima notte. Ero troppo invelato. Il caricabasso ha

solitudine intervista luca rosetti skipperceduto per una  cima non controllata abbastanza bene. Il bompresso è volato via con lo SPy. Ho subito una pericolosa straorza per ammainare . Tirando giù la randa ho perso la stecca. Tirandola su ho rotto il feeder.  Ho rischiato di dover tornare a Las Palmas per riparare. E questo significava perdere sicuramente la possibilità di fare un piazzamento.  Ho cominciato a riparare la barca ma passavo molto  tempo ad auto-commiserarmi piuttosto che portare la barca al 100%. “Cavolo se avessi fatto. . . . se avessi . . .  “ E non mi stavo dando da fare su come risolvere la situazione.

Sino a che ho capito, anche guardando indietro,  che questo era in realtà  un meccanismo ricorrente e perverso della mia mente. Era la paura che si faceva strada dentro la solitudine. Ed entrambe “ si alleavano” per sottrarmi la concentrazione.

Ho pianto, stavo fallendo. Ma ho capito che quello era il vero momento di crisi e che dovevo ricreare un nuovo programma.luca rosetti skipper

Così  dopo lo sfogo ho  focalizzato bene il “macro obiettivo”:   risolvere e riprendere la miglior velocità di regata, recuperare gli altri. L’ho scomposto in tanti micro obiettivi dando loro un ordine di priorità. Mi sono dato degli ordini, spesso a voce alta. Ero solo e dovevo arrangiarmi con le mie forze.

Ho cominciato ad aggiustare una cosa. Ad ingegnarmi per aggiustarne un’altra sino a che la barca ha ripreso ad andare, io ho pensato solo a questo e ho rimontato sette posizioni.

Non è stato l’unico momento di sconforto ma via via ho consolidato il metodo per superarlo.  L’importante è progettare, adattarsi alle contingenze e riprogrammarsi, trovare il proprio metodo per rendere il momento di sconforto un lampo passeggero. Non sempre il risultato è positivo ma comunque è un percorso di crescita. Che forse è il valore più importante: il percorso che c’è stato in mezzo e che ha fatto di me una persona migliore, in grado di gestirmi e superare paure e incertezze. E sentirmi pronto per obiettivi più grandi.

Ecco perché penso che questa sorta di solitudine forzata sia un’ottima occasione di crescita per tutti. Chi ne soffre, in questo periodo in cui si è pure circondati dalla “compagnia virtuale” di internet, in realtà ha solo un problema: quello di passare la sera. E allora il tempo non passa mia e forse finisci per sentirti solo.  Ma se ci si pone un obiettivo, che in generale può essere quello di uscire da questa esperienza migliori di prima e  si scandisce la giornata in tante azioni finalizzate a questo, apprendendo sempre qualcosa, tutto cambia. E il senso di solitudine si dissolve perché il tempo passa stando con sé stessi. Si diviene migliori per stare con gli altri domani, quando “saremo arrivati” dall’altra parte.

Io personalmente sto continuando a dedicarmi al mio progetto, la seconda Minitransat a cui voglio partecipare con una budget e una barca adeguati. Non per fare presenza ma con un obiettivo ben più ambizioso. Programmo le azioni che devo portare avanti ma mi dedico anche al riposo,  alla lettura, alla cucina e a tutti quegli aspetti dove mi sento meno preparato.Luca Rosetti

E perché no, anche a coltivare il mio sogno  : trascorrere il periodo di preparazione a Lorian, capitale della vela e fare il corso di preparazione col miglior allenatura d’altura del mondo, Legatèn”.

Posso strapparti la promessa di un passaggio a Cabras e nel Sinis per incontrare i ragazzi dei corsi che organizzo con Limolo Vela?

Perchè no!?! Magari con la mia prossima barca in una tappa durante un allenamento o per riposare  tra una regata e l’altra.

Un augurio per tutti? .solitudine Luca Rosetti skipper

A ognuno la sua regata, in solitario o in equipaggio, “in compagnia di una sana solitudine”. Buon vento. Luca Rosetti.

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Segui il progetto di Luca Rosetti per la Minitransat 2021 su : www.lucarosettiskipper.it

facebook: Luca Rosetti Skipper ; instagram Luca_skipper

 

testo Daniela Meloni per il blog di Sinistable  Cabras 02.04.2020