Dalla Sail4Parkinson nel Sinis ai “Legionari” di Porto Rotondo –  Ottobre 2018

Mr. Parkinson non lo sa ancora bene. Forse pensava che avrebbe passato il fine settimana a casa a contare medicine. A guardare le nuvole fuori dalla finestra. A gongolarsi tra mani che tremano e ore che passano tutte uguali.

Invece Giulio ha preso la sua sacca da velista. Ci ha buttato dentro la cerata che stava ancora appesa al solito posto. L’ha guardato in faccia e gli ha detto: “la porto a fare una regata Mr. Parkinson. Se vuole venire o no non mi interessa. Io vado lo stesso”.

Squilla il telefonino. E’ Luca che sta in macchina con Daniela e stanno partendo da Cabras  per prendere Giulio e Filippa all’aeroporto di Olbia.

E’ Giovedì pomeriggio. L’incontro a Porto Cervo con Franco Pistone e Monica della Scuola della Vela  è un mare di sorrisi. Dopo un’ora siamo sul J105 per cominciare il nostro allenamento in vista della regata di Domenica.

Giulio, Filippa e Luca hanno a che fare con Mr. Parkinson. Loro malgrado se lo sono dovuto portare in barca.

Durante le  precedenti edizioni del Sail4Parkinson nel Golfo di Oristano, con il team di Limolo Activities ASD ho messo a punto un metodo che consente ai pazienti  col Parkinson di condurre la barca a vela in autonomia. Abbiamo poi creato un piccolo gruppo di allievi avanzati con l’approvazione del Neurologo Dott. Nicola Modugno. Così  l’ ho portato nel “mio mondo”. Quello delle regate, del mare pieno di barche, il più blu di tutto il  Mediterraneo. Porto Cervo, Porto Rotondo e quale migliore occasione ? La regata dei Legionari organizzata dallo Yacht Club Porto Rotondo,  che da sempre è la festa della sportività.

Giulio al timone si dimostra ancora un fenomeno. Daniela Meloni Legionari ParkinsonVirate , strambate, prove di pre-partenza. Non è mai stanco, non sbaglia mai. Luca, dopo l’addestramento dei giorni scorsi sullo Sparkman&Stephens a Oristano gira il piccolo winch del J105 come un frullino. Filippa in barca a vela c’è stata con me qualche giorno  a Giugno. Eppure sembra che il randista l’abbia fatto tutta la vita. Dopo poche volte che le mostro come deve muovere e mettere le mani per cazzare e lascare la randa, capisce il meccanismo e aumenta la velocità di reazione. Basta poco e i tre cominciano a portare da soli legionari porto rotondo 2018il J105. Io, Franco e Monica ci guardiamo tra noi di nascosto, in un misto di stupore e soddisfazione. Esigo e ottengo la massima precisione. Per tanti minuti le loro mani non tremano più. Sono emozionati perché sanno di dover dare il massimo. Non sanno quanto mi emoziono io a vederli così bravi.

Legionari Porto Rotondo 2018 Arriviamo al 27 sera allo Yacht Club Porto Rotondo dopo tre giorni di allenamento tra Soffi, Camere, Mortorio e Mortoriotto, i graniti rosa e le nuvole che passano basse sopra Monte Moro.  E’ la sera delle scommesse e decidiamo di sfidare il pluricampione Forrest Gump, Progetto Felci, mt. 14,80. Abbiamo con noi una bottiglia Magnum di Attilio,  donatoci da Cantina Contini. Giulio inforca gli occhiali e calcola quali possono essere i termini di una sfida equa. Dopo venti minuti di radici quadrate e calcSciarrelli Legionri 2018 Ildeoli astronomici per noi incomprensibili mormora un numero: 33. L’armatore di Forrest Gump, con la paura di perdere, ribassa con insistenza sino a che accettiamo 25 minuti. Ci sfidano altri equipaggi e noi rispondiamo mettendo in palio chili di riso Falchi e Olio Tanca Barbarossa che Maura, Virgilio e Paola ci hanno elargito in quantità con gli auguri di buon vento. Con una stretta di mano sfidiamo in privato Ilde, la barca più bella di tutti i Legionari. Uno Sciarrelli Day Cruiser,  su cui ho regatato qualche anno fa.Eleganza pura e armatore vero gentleman del mare.

Io aspetto con trepidazione il momento in cui le barche si serrano tra loro prima della partenza. Li ho preparati a questo, il momento più bello della regata. Partiamo bene in mezzo a tutti e così continuiamo.  legionari porto rotondo 2018O meglio, dopo un duello a suon di strambate col gennaker in mezzo a due 50 piedi, ci prendiamo il lusso di guardare a poppa. Il mare è pieno di barche, dietro di noi.

Finiamo dodicesimi in tempo reale! su 60 barca iscritte.  Tutti allo Yacth Club Porto Rotondo per la premiazione dove siamo accolti con affetto e ammirazione.

La sfida con Forrest Gump è persa. Arriviamo dopo di lui di 30 minuti (Giulio aveva calcolato 33, l’armatore ha preteso 25). Le altre barche perdono  la sfida con noi e sono contente di “pagare” le loro scommesse : tante bottiglie da stappare alla prossima Sail4Parkinson nel Sinis. Ilde compresa contro la quale è sempre un onore regatare, Salutiamo il suo armatore con una stretta di mano scambiandoci con piacere olio, Turriga e complimenti reciproci, Dimenticando la sfida.Contini Legionari 2018

Forse però abbiamo tutti dimenticato anche un altro particolare importante. A vedere portare il J105 da questi grandiosi allievi velisti, che non hanno mai sbagliato una manovra, che non hanno mollato nemmeno un minuto anche quando è finito l’effetto delle medicine e la stanchezza ha cominciato a farsi sentire insieme al rinforzo del vento …..:ci siamo dimenticati  che a bordo con noi c’era anche Mr. Parkinson….Lui si che questa volta la regata l’ha veramente persa!

Testo e foto Daniela Meloni 

“L’esperienza della regata ha prodotto sensazioni uniche. Ha stimolato fiducia in me stesso e nell’equipaggio. Mare e barca in un posto da sogno.” Luca Berti legionari porto rotondo 2018

“Mi chiama Luca, in piena crisi ‘off’ e mi chiede “vieni a fare una regata in Costa Smeralda con me e Giulio, in barca con Daniela?” C’ho messo un po’ di tempo a capire di cosa stava parlando. Carpe Diem!
E nella frenesia della partenza, nel piacere della regata, nella soddisfazione dell’arrivo mi sono ripetuta più volte come un mantra: devi vivere con il coraggio di provarci e non con la paura di non riuscirci! Filippina Santoro
“Il multitasking cioè fare contemporaneamente più cose per noi Parkinsoniani è difficilissimo (timonare, controllarelegionari 2018 premiazione la regolazione delle vele, seguire la rotta etc.). Questa capacità di multitasking è portata ad un livello ben superiore nella regata dove dobbiamo osservare il campo di regata, la micrometeorologia controllare gli avversari e mille altri anche avere a che fare con i problemi di equilibrio e coordinazione e lentezza tipici del parkinson. La barca e la regata sono un grande stimolo per questo.
Daniela G R A Z I E. Mi hai fatto sentire un pò come era prima di ammalarmi.
Per me positivissimo.
Tu fantastica come sempre anzi meglio. Insomma la regata mi ha permesso di esprimere il massimo o quasi del mio potenziale, puoi immaginarti come ero in barca da sano. RIFAMO !!!” Giulio Ricci